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Psicologia femminile: l’archetipo di Afrodite

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Afrodite dea della bellezza, era la più attraente tra tutte le dee. Cantata dai Poeti per il suo fascino irresistibile veniva definita “Aurea” cioè d’oro.

Associata ai colombi, ai cigni, ai fiori e ai frutti e soprattutto alle mele e alle melagrane, simboli di passione, la dea incuteva reverenza perché provocava l’innamoramento e il concepimento di una nuova vita.

Afrodite rappresenta il potere di trasformazione e di creazione proprio dell’amore.

Ha in comune caratteristiche sia con le dee vergini (Artemide, Atena, Estia) sia con le dee vulnerabili (Era, Demetra, Persefone) non è quindi ascrivibile a nessuno dei due gruppi.

Aveva sia un orientamento alla relazione che all’indipendenza.

Ebbe amanti e figli dando valore all’esperienza emotiva ma non soffrì mai e diede uguale valore ai propri obbiettivi.

Per lei le relazioni furono importanti ma non rappresentarono impegni a lungo termine.

La Dea considerava importante il proprio mondo soggettivo non rendendolo così valutabile in termini di conseguimento o riconoscimento.

Afrodite era capace di colmare il mondo di bellezza irresistibile, portando ai mortali il desiderio di conoscere e essere riconosciuti.

Questa dea rappresenta, infatti, non solo l‘amore e l’unità ma anche la creatività generativa.

La coscienza di Afrodite

La coscienza di Afrodite è unica perché capace di essere polarizzata e contemporaneamente ricettiva.

Chiunque si innamori di una persona, di un luogo, di un’idea si concentra sull’oggetto e lo accoglie con la coscienza della dea, ma non chiunque si concentra sull’oggetto e lo accoglie così è innamorato.

Una coscienza  simile fa sentire le persone affascinati perché dimostra un sincero interesse e cura per loro, le apprezza e questo fatto può venire frainteso come infatuazione.

La coscienza di Afrodite, è presente in ogni lavoro creativo, incluso quello che si fa in solitudine.

All’interno della creatività accade un interscambio molto concentrato in cui l’artista è ricettivo all’ispirazione e contemporaneamente concentrato sulla creazione.

La stessa cosa può avvenire all’interno di una comunicazione brillante che stimola pensieri e sentimenti.

La coscienza di Afrodite fa perdere il senso del tempo e talvolta la donna Afrodite ha la capacità di vedere negli uomini che sono attratti da lei le loro potenzialità, sa ispirarli nella loro realizzazione.

Effetto Pigmalione

Le nostre aspettative, del resto, hanno sugli altri un effetto straordinario, come provano gli studi su quello che viene chiamato “effetto Pigmalione”.

Il nome attribuito da Robert Rosenthal a questa teoria psicologica deriva proprio da un mito che riguarda la dea.

Pigmalione, re di Cipro e scultore,  era un uomo molto abile nel suo mestiere, ma era anche profondamente insoddisfatto delle donne reali, trovandole imperfette e prive di bellezza ideale.

In risposta a questa insoddisfazione, Pigmalione decise di creare una scultura di una donna così perfetta e bella che nessuna donna reale potesse eguagliare.

Con grande maestria, scolpì la figura di una donna e la chiamò Galatea.

La scultura era così perfetta che Pigmalione ne rimase profondamente innamorato.

La devozione di Pigmalione alla sua creazione era così intensa che iniziò a pregare Afrodite, la dea dell’amore, affinché desse vita alla sua statua.

Mosso dalla preghiera sincera e dalla passione di Pigmalione, Afrodite decise di concedere il suo desiderio.

Durante la notte, la statua prese vita, trasformandosi in una donna vera e propria.

Al risveglio, Pigmalione rimase stupefatto nell’osservare la sua amata Galatea ora viva e reale. I due si innamorarono e vissero insieme felici per il resto dei loro giorni.

Gli studi di Rosenthal eseguiti per lo più sulla riuscita scolastica degli studenti, provano come costoro vivono al livello delle aspettative degli insegnati e come sia influente credere nelle capacità altrui per innescare vere e proprie trasformazioni.

La Mitologia di Afrodite

Esistono due versioni della nascita di Afrodite: per Omero la dea è figlia di Zeus e della ninfa Dione, per Esiodo Afrodite nacque dalla schiuma del mare, generata dalla spuma che si formò quando il cielo padre, Urano, fu castrato dal figlio Crono e il suo membro fu gettato nell’oceano.

Emersa da su una conchiglia approdò a Citera (Cipro).

Fu  scortata da Eros (Amore) e Imeros (Desiderio) davanti all’assemblea degli dei, dove fu accolta come una di loro.

Molti colpiti dalla sua bellezza la chiesero in sposa, ma a differenza di altre dee, Afrodite fu libera di scegliere.

Afrodite e Efesto

Scelse Efesto, il figlio storpio di Era da lei rifiutato,  la loro unione simboleggia quella della bellezza con la tecnica da cui nasce l’arte.

Non ebbero figli e Afrodite tradì spesso Efesto con gli dei di seconda generazione.

Gli amanti e i figli della Dea

Ebbe con Ares tre figli: una femmina Armonia, e due maschi Deimo (terrore) e Fobo (paura) che seguivano il padre in battaglia.

Con Ermes diede alla luce Ermafrodito, un dio bisessuale che ereditò la bellezza di entrambi genitori.

Riguardo ad Eros, secondo alcuni miti sarebbe una forza primordiale antecedente alle divinità, secondo altri racconti si tratta di un figlio senza padre della dea.

Afrodite e i Mortali

Abbiamo già narrato il ruolo che ebbe Afrodite nella felicità di Pigmalione; potete trovare il mito di Atalanta nella pagina che riguarda Artemide, e quello che riguarda l’amore per Adone nella pagina su Persefone, ma queste non furono le uniche tre occasioni in cui la dea intrecciò il destino dei mortali.

Anchise e Afrodite

Una delle leggende più famose riguarda Anchise, un giovane troiano dalla bellezza incredibile.

Avendolo scorto mentre pascolava gli armenti la Dea se ne invaghì, e, trasformandosi in una fanciulla lo sedusse.

Quando Anchise si fu addormentato, la Dea riprese le sue sembianze, lo destò e gli rivelò che da loro sarebbe nato Enea, il leggendario fondatore di Roma.

Redarguì, tuttavia, il giovane di non rivelare mai la maternità del figlio.

La leggenda narra che Anchise ubriaco si vantò di aver avuto un amplesso con la Dea.

Questa lo colpì immediatamente con un fulmine lasciandolo zoppo per sempre.

Passioni provocate da Afrodite

Spinta a seguirne gli imperativi, la creatura mortale sotto l’influsso di Afrodite poteva trovarsi in grave pericolo.

Mirra

Figlia di una sacerdote di Afrodite, Mirra si innamorò pazzamente di suo padre.

Alcuni miti narrano che la passione venne provocata perché la madre di Mirra si era vantata di avere una figlia più bella della dea, altri perché Mirra stessa ne aveva trascurato il culto, in ogni caso Mirra avvicinò il padre travestita e divenne la sua amante segreta.

Dopo molti appuntamenti, egli scoprì che quella donna bellissima era la figlia e spinto dal bisogno di punirla, cercò di ucciderla.

Lei fuggì e proprio nel momento in cui lui stava per raggiungerla, Mirra chiese la salvezza agli dei che l’accontentarono trasformandola nella famosa pianta.

Fedra

Fedra era la matrigna di Ippolito, un giovane bellissimo che si era consacrato ad Artemide.

La dea usò Fedra contro Ippolito che si era rifiutato di onorarla dandosi al celibato.

La sventurata Fedra cercò di resistere al desiderio illecito e si ammalò.

Alla fine una ancella scoprì il segreto della sua infelicità e si avvicinò a Ippolito per conto di lei.

Ippolito scandalizzato lanciò un’invettiva contro la matrigna.

Fedra, nascosta li vicino, udì ogni parola.

Sconvolta e disperata decise di impiccarsi, lasciando uno scritto in cui accusava falsamente Ippolito di averla violentata.

Quando il padre di lui, Teseo, trovò la moglie e lo scritto, invocò Poseidone perché uccidesse suo figlio.

Mentre Ippolito guidava il suo carro sulle rive del mare, Poseidone mandò un’enorme onda e il giovane morì tra i flutti.

L’archetipo di Afrodite

L’archetipo di Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità.

La dimensione dell’amante esercita una potente attrazione.

Se Afrodite è forte nella personalità può essere esigente come Era e Demetra perché costringe a assolvere alla funzioni sia creative che procreative.

L’Archetipo crea un carisma personale, rendendo la donna Afrodite avvincente e affascinante.

L’Amante

Ogni donna nel momento in cui si innamora di qualcuno che ricambia quel sentimento, diventa la personificazione dell’Archetipo di Afrodite, si trasforma da essere mortale in dea dell’amore.

Quando due persone si innamorano, ognuno vede l’altra in una luce speciale che veniva chiamata l‘aurea di Afrodite, che crea una attrazione magnetica, intensificando le impressioni sensoriali.

Dolorosamente l’amore non ricambiato, crea invece una sorta di possessione di un desiderio crudele e la nostalgia, a volte la donna non può fare a meno di cercare l’amato ogni volta che viene respinta.

Quando Afrodite è presente come archetipo dominante, la donna si innamora spesso, possiede un sex appeal e un magnetismo personale.

L’istinto di procreazione

Afrodite rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie come archetipo collegato alla passione sessuale.

A differenza della donna che vive sotto l’archetipo di Demetra e che fa l’amore perché vuole un figlio, Afrodite ha un figlio perché desidera sessualmente un uomo o perché desidera una esperienza sessuale e sentimentale.

La creatività

Afrodite è una forza immensa di cambiamento, attraverso di lei fluiscono attrazione, unione, fertilizzazione, incubazione e nascita di una nuova vita.

Questo processo non è relativo solo all’amore romantico.

Il lavoro creativo nasce dallo stesso coinvolgimento intenso e appassionato, l’artista interagisce con l’altro per portare alla luce qualcosa di nuovo.

La creatività spesso è anche un processo sensuale, un’esperienza sensoriale di immersione nel momento. L’artista scopre spesso che i suoi sensi sono potenziati e riceve impressioni percettive attraverso molti canali.

Talvolta l’aspetto romantico e quello creativo sono entrami presenti nella stessa donna come George San o Isadora Duncan.

Età Psicologiche

Afrodite bambina

Da bambina Afrodite è civettuola, quella bimba che fa dire agli adulti “appena cresce fa strage di cuori”.

Ama stare al centro dell’attenzione, indossare bei vestiti e incanta il suo pubblico.

A otto o nove anni spesso non vede l’ora di potersi vestire e truccare e alcune di loro sono già consapevoli del senso di potere e attrazione che possono suscitare.

I Genitori

I genitori migliori per una Afrodite non sopravvalutano le sue qualità nè trattano la figlia come un bell’oggetto, ma ne apprezzano il fascino allo stesso modo con cui giudicano le altre sue qualità.

La guidano e pongono limiti appropriati all’età e alla maturità.

Purtroppo non ci troviamo sempre in situazioni simili.

Alcuni genitori incoraggiano le figliole a essere piccole Afrodite decantandone il fascino salvo poi, nel momento della pubertà, reagire in tutt’altro modo.

Alcuni padri provocano clamorosi conflitti, altri ostentano severità rifiutando alla figlia il permesso di uscire oppure diventando invadenti facendo il terzo grado ai ragazzi che le telefonano.

Alcune madri diventano severe e e vigili, imponendo i propri codici di abbigliamento e proibendone le attività, magari trattando il fidanzato come un potenziale maniaco.

Altre reagiscono in maniera competitiva sentendosi minacciate dalla sua bellezza e la svalutano, fanno confronti dove la figlia risulta sempre perdente, civettano coi suoi amici.

Adolescenza e maturità

Gli anni dell’adolescenza sono i più complessi per una donna Afrodite che può trovarsi tra il fuoco dell’eccitamento e quello dell’etica sociale.

Se agisce in base alle pulsioni può trovarsi giudicata o ritrovarsi magari dentro una gravidanza indesiderata, deve quindi attivare anche altri archetipi per gestire bene questa fase e essere supportata.

Quando la donna Afrodite frequenta l’università per lei sono molto importanti le attività sociali.

In genere non si concentra su mete accademiche, a meno che non si innamori di una materia, cosa che può avvenire specialmente in campo creativo.

Il Lavoro

Il lavoro che non la coinvolge dal punto di vista emotivo non la interessa, essendo affascinata da varietà e intensità.

Soffrirà, dunque, nei lavori di ufficio, nei laboratori, nei lavori ripetitivi ed è più probabile trovala impegnata nel campo dell’arte o al fianco di persone carismatiche che ritiene speciali.

Afrodite preferisce un lavoro che giudica interessante anziché remunerativo.

I rapporti con gli uomini e il matrimonio

Una donna Afrodite spesso sceglie uomini simili a quelli che sceglieva la dea: creativi, complessi, difficili, emotivi come Efesto, Ares, Ermes; uomini che non aspirano a vette professionali o che non vogliono essere capi famiglia.

Il tipo Efesto introverso e intenso, se come nel mito è stato rifiutato dalla madre, stabilisce rapporti amore/odio con le donne perché le sente importanti e inaffidabili.

Lei è attratta dai suoi forti sentimenti reagendo al suo fuoco emotivo o dalle cose belle che crea.

I problemi che sorgono nell’amare un uomo Efesto dipendono dal tipo di sentimenti che egli tiene dentro di sé; nel caso estremo può essere  un vulcano represso, e l’attrazione che lei suscita su altri può risvegliare in lui sentimenti di rabbia, inferiorità, paura della perdita.

Le combinazioni Efesto-Afrodite che funzionano bene sono quelle in cui lui è un uomo introverso e creativo che vive tutta la gamma delle emozioni e ama profondamente la sua donna donandole la stabilità di cui ella ha bisogno.

Ares è un uomo emotivo e appassionato ma insofferente e con poca tolleranza alla frustrazione, ama la posizione di comando anche se sotto pressione perde la testa.

La combinazione Ares-Afrodite è una miscela esplosiva, entrambi hanno la tendenza a vivere nel qui e ora ed entrambi sono reattivi, fanno insieme l’amore e la guerra che non sono buoni ingredienti per un rapporto stabile.

La tendenza all’infedeltà di un’Afrodite e la sui civetteria scateneranno spesso in un Ares reazioni di possessività.

Se una coppia Ares-Afrodite trova armonia è perché lui ha una dimensione meno impulsiva e lei ha in sé anche una Era che sviluppa il rapporto.

Anche l’uomo immaturo e creativo può attrarre una Afrodite, sul modello Ermes giovane che può essere briccone e affascinante anche se indisciplinato e non impegnato nè nel lavoro nè con lei.

La sessualità con lui è imprevedibile e carica di emotività, ma è spesso manipolativo e inaffidabile.

L’uomo Ermes maturo è, invece, capace di impegnarsi e in questo caso l’unione può essere eccellente.

Nessuno dei due è geloso e possessivo e possono godere della compagnia reciproca, essendo entrambi capace di unione e indipendenza.

Per ciò che concerne il matrimonio, se in un’Afrodite è presente anche Era, ella ravviverà il rapporto con la propria sensualità.

Tuttavia per la donna Afrodite è difficile realizzare un matrimonio monogamo e durevole a meno che non siano presenti alte dee.

I rapporti con le donne

Afrodite può suscitare spesso nelle altre donne gelosia, inadeguatezza, paura della perdita.

Le donne Era, naturalmente, la tengono lontana.

Quando qualcuna si adira con lei, la dea rimane spesso sconcertata perché ha difficoltà a comprendere le ragioni dell’ostilità.

Lei non nutre sentimenti malevoli verso le altre e non è nè gelosa nè possessiva.

In genere ha amiche a cui piace la sua spontaneità e la sua simpatia, molte delle quali hanno come lei qualità Afrodite.

Altre sembrano farle seguito perché vivono le sue avventure amorose in maniera sostituiva.

Tuttavia si tratta di amicizie che durano solo se le amiche non considerano un’offesa personale il fatto che lei spesso non tenga in considerazione i progetti che fanno insieme, così presa dal qui e ora Afrodite vive intensamente tutto ciò che la vita ha da offrirle.

I figli

Alla donna Afrodite piacciono i bambini e viceversa.

Lei riesce a tirare fuori dal bambino sentimenti o capacità così da farlo sentire bello e accettato, gli dà fiducia e lo aiuta a sviluppare le sue doti.

Nei figli di una donna Afrodite fiorisce e si sviluppa l’individualità. 

Ma se in lei manca una quota Demetra può non tener conto del bisogno di stabilità e sicurezza emotiva, ed essere così incostante con conseguenze negative.

Un’attenzione volubile e intensa può predisporre alla depressione e all’inadeguatezza.

Un figlio può sentire una rivalità con gli uomini che passano nella vita della madre e contro cui lui è regolarmente perdente e da adulto può non fidarsi ed essere incapace di costruire affetti.

La mezza età

Il passare degli anni può essere una realtà devastante per un’Afrodite, se la bellezza è stata la sua principale fonte di gratificazione.

Può accadere che angosciata sposti l’attenzione altrove, impedendosi il caratteristico assorbimento dell’altro.

Può vivere anche una infelicità per la scelta dei partner, costatando quanto spesso si sia sentita attratta da uomini inadatti.

La mezza età non è invece difficile  per le Afrodite impegnate nel lavoro creativo, dove l’esperienza è un qualcosa da cui può trarre ispirazione.

La Vecchiaia

Alcune donne Afrodite conservano la capacità di vedere la bellezza, invecchiando con grazia e vitalità.

Giovani di cuore, attirano a sé gli altri e hanno amici di tutte le età.

Difficoltà psicologiche

Non è facile avere Afrodite come archetipo dominante.

La donna che segue la sessualità istintiva della dea si trova spesso divisa tra erotismo e una cultura contradditoria.

Un archetipo fraintendibile

Può incorrere in una serie di rapporti vuoti e in uomini che la sfruttano solo per la sessualità con una conseguente perdita di autostima.

Questa donna deve imparare in certi momenti a contenere Afrodite, scegliendo quando attivare l’archetipo per non catapultarsi in situazioni distruttive.

La sua attenzione, può, inoltre venire fraintesa da persone che davanti al suo rifiuto la giudicano una spezzacuori.

Quando è oggetto di una indesiderata infatuazione o di una reazione aggressiva la donna Afrodite si sente a sua volta ferita e disorientata che il suo comportamento abbia suscitato queste reazioni, per questo è importante che diventi consapevole del proprio archetipo al fine di gestirlo secondo i suoi desideri.

Negazione di Afrodite

Quando una Afrodite cresce in un ambiente di condanna della sessualità femminile, può sentirsi in colpa e soffocare la propria natura rischiando anche la depressione o l’ansia.

Può inoltre perdere il contatto con la propria vitalità e spontaneità.

Gli inconvenienti di vivere nel presente

La donna Afrodite tende a vivere prendendo la vita come una esperienza dei sensi.

Tende a reagire come se le azioni non avessero conseguenze o come se gli affetti che vive non potessero entrare in conflitto.

Questo non riguarda solo le infatuazioni. Può comprare cose stupende che non può permettersi oppure tenere la gente in sospeso perché fa programmi per poi avere altro da fare in quel momento.

Afrodite deve imparare che gli altri si sentono feriti quando lei li tratta in modo “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” o quando gli piovono i solleciti di copertura economica.

Quando una donna Afrodite impara a riflettere sulle conseguenze prima di agire, avrà reazioni meno impulsive e si comporterà con maggior senso di responsabilità, sebbene le priorità emotive avranno sempre più peso per lei delle soluzioni pratiche.

Strage di cuori

Afrodite si innamora facilmente e lascia spesso dietro di sé una scia di uomini feriti e respinti.

Rapita ogni volta e sinceramente dalla magia dell’innamoramento, deve imparare ad amare l’altro così com’è come un essere umano imperfetto e non un dio.

L’infatuazione può portare sovente  a delusioni, deve dunque imparare a valutare i partner.

La maledizione dell’amore

Come nei miti che riguardano la dea l’amore può assumere forme terribili.

Donne legate a un uomo che le tratta male e le svaluta, tormentate dal rapporto e dai propri sforzi per convincersi che lui la ama, nonostante le prove siano contrarie. Depresse, infelici e tuttavia estremamente ambivalenti difronte alla possibilità di cambiare situazione.

Donne coinvolte ossessivamente da un uomo che non vuol saperne di loro, che perseguitano senza tregua, rischiando denunce.

In entrambi i casi liberarsi da questa maledizione è difficile.

Per poter cambiare una donna deve riuscire a vedere la distruttività di questi tipi di comportamento e ciò comporta un grande lavoro e sforzo.

Modi per crescere

Coltivare Afrodite

Afrodite è l’archetipo più coinvolto in una esperienza sensuale o sensoriale e, quini, abituarsi a sensibilizzare le percezioni e la concentrazione sul qui e ora significa invitarlo  a essere presente.

Atteggiamenti critici e sensi di colpa erigono barriere al piacere di fare l’amore o di creare un’opera d’arte.

Quando le donne comprendono il valore di Afrodite e cercano di sviluppare questo aspetto, compiono un passo mentale decisivo per attivarlo: fare massaggi, tantra, danzare ma anche coltivare la musica o la poesia, sono tutti modi per immergersi nei sensi e scoprire una interazione tra sé e il mezzo estetico.

Familiarizzare con l’archetipo

Conoscere il proprio modello archetipico è utile a tutti i tipi di donne ma in particolare alle donne Afrodite.

Le donne Afrodite sapranno che l’attrazione fa parte della loro natura e si renderanno conto che solo loro possono cercare di capire ciò che più conviene perché la dea non lo fa.

Altre divinità archetipiche, che sono in tutte presenti in forma latente, potranno essere coltivate e venire in suo aiuto, per evitare pericoli e fare scelte evitando situazioni distruttive.

Il mito di Amore e Psiche, metafora psicologica

Il mito di Eros e Psiche è stato utilizzato come metafora di crescita psicologica soprattutto da Erich Neumann nel suo libro Amore e Psiche.

La madre di Psiche, gelosa della sua bellezza, pregò Afrodite di far innamorare Psiche di un uomo bruttissimo.

Afrodite incaricò suo figlio Eros di adempiere al compito.

Tuttavia, Eros,  una volta visto il volto di Psiche, si innamorò perdutamente di lei e decise di portarla in un palazzo segreto.

Psiche visse in un luogo lussuoso,  non vedendo mai il suo sposo, poiché Eros la visitava solo di notte e le proibiva di vederlo in volto.

Un giorno, spinta dalla curiosità e dalla mancanza di fiducia, Psiche decise di guardare il viso di Eros mentre dormiva.

Accese una lampada ma, al vedere la bellezza divina del dio trasalì e  una goccia di olio bollente cadde accidentalmente, svegliandolo.

Eros, dispiaciuto per la mancanza di fiducia di Psiche, fuggì.

Psiche, disperata, in cinta del dio,  e desiderosa di riconquistare l’amore di Eros, si mise in viaggio per ritrovarlo.

Durante il suo viaggio, Afrodite le affidò quattro compiti impossibili.

I quattro compiti hanno un importante significato simbolico perché rappresentano capacità che la donna deve sviluppare.

  1. Dividere i semi

Come primo compito Afrodite conduce Psiche in una stanza e le mostra un mucchio di semi mescolati tra loro: grano, papavero, lenticchie, miglio, avena… e le dice che prima di sera deve dividerli per tipo.

Il compito sembra impossibile, finché una armata di formiche viene in suo aiuto, ripartendo chicco per chicco.

I semi sono i sentimenti conflittuali che una donna può provare davanti a una decisione. Essa deve dunque dividere i semi interiori guardando onestamente se stessa e vagliando sentimenti e motivazioni, separando ciò che è veramente importante e ciò che non lo è.

Una donna deve imparare a convivere con le situazioni confuse e non agire finché in lei non emerge chiarezza.

2. Prendere la lana del Vello d’oro

Afrodite ordina a Psiche di prendere dei boccioli del vello d’oro dei terribili arieti del sole, bestie immense e aggressive in perenne lotta tra loro, da cui la fanciulla sarebbe rimasta certamente calpestata.

Questa volta a venire in aiuto della giovane è una canna del fiume che le consiglia di aspettare il calar del sole, quando gli arieti si disperdano e addormentano.

Allora potrà strappare qualche pelo di lana rimasto incastrato tra arbusti e rovi.

Il vello d’or0 rappresenta ol potere che una donna deve acquistare senza lasciarsi distruggere.

Una donna che si avventura senza consapevolezza nel mondo competitivo può rimanere ferita e delusa. Il suo sé può venire calpestato e messo a morte.

Prendere il vello d’oro senza venire distrutta è una metafora che significa il compito di conquistare il potere e rimanere una persona tenera e comprensiva.

3. Riempire l’ampolla di cristallo

Come terzo compito, Afrodite mette nelle mani di Psiche una piccola ampolla di cristallo e le dice di riempirla con l’acqua di un torrente che precipita dalla sommità della roccia più alta, passando dalle profondità degli inferi, prima di di riapparire sulla terra, sgorgando nuovamente dalla fonte.

Il torrente è per di più sorvegliato da alcuni draghi.

Il flusso d’acqua rappresenta il flusso circolare della vita in cui Psiche devi immergersi per riempire l’ampolla.

Questa volta è un’aquila a venire in aiuto a Psiche.

Il rapace simboleggia la capacità di vedere il paesaggio da una prospettiva distante e di piombare giù afferrando ciò che è necessario.

E’ particolarmente importante per una donna Afrodite riseca a coltivare una certa distanza emotiva nei rapporti in modo da averne una visione complessiva e scegliere i particolari che le consentiranno di scegliere ciò che è significativo.

4. L’unguento di Persefone

Come ultimo compito Afrodite ordina a Psiche di scendere nel mondo degli inferi con un piccolo scrigno che Persefone dovrà riempiere dell’unguento dell’eterna giovinezza.

Psiche equipara questo compito alla morte e adesso è una torre a consigliarla.

A Psiche Afrodite spiega che incontrerà gente supplichevole che le chiederà aiuto, e per tre volte lei dovrà chiudere il cuore alla compassione e andare oltre.

Se non lo farà, rimarrà per sempre nel mondo degli inferi.

Stabilire una meta e mantenerla è parecchio difficile sia per una Afrodite che per le altre dee vulnerabili.

L’impresa che psiche compie dicendo no per tre volte, rappresenta l’esercizio della scelta.

Imparare a non permettere che imposizioni distolgano dai propri sogni, o non riuscire a portare a termine quanto si è deciso perché ci si disperde è un pericolo che bisogna allenarsi ad evitare se si vuole determinare il corso della propria vita.

Quattro compiti evolutivi

Attraverso questi quattro compiti Psiche si evolve, sviluppa coraggio, capacità, forza, pur rimanendo fedele al rapporto d’amore che la motiva.

In questo caso Afrodite fu un elemento di trasformazione grazie ai quali una mortale con caratteristiche di una dea vulnerabile, poté maturare.

Infine, Zeus stesso concesse l’immortalità a Psiche in modo che potesse riunirsi per sempre all’amato.

NB. Se ti interessa conoscere anche la visione moderna, Junghiana e psicologica dei Tarocchi ti propongo il mio studio: La Psicologia dei Tarocchi. Libro e Arcani

La psicologia dei Tarocchi Libro e carte

About the author

Laura Valli

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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By Laura Valli

Sull’autore

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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