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Psicologia al femminile: archetipo di Demetra

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Demetra, dea delle messi, presiedeva l’abbondanza nei raccolti.

Il covone di grano matura era il suo simbolo principale. Parte del sua nome meter  significa madre.

Veniva raffigurata come una bellissima donna dai capelli d’oro, una figura matronale seduta che rappresentava la dea madre, in particolare madre delle messia e della fanciulla Core.

La loro mitologia di Demetra divenne fondamentale nei Misteri Eleusini, che per più di duemila anni furono tra i più sacri rituali religiosi nell’antica Grecia; ad essi fu posto fine dai Goti che nel V sec. d.C. distrussero il santuario.

La Mitologia di Demetra

Demetra fu la secondogenita di Rea e Crono, quindi la seconda ad essere inghiottita dal padre.

Fu la quarta consorte regale di Zeus, prima di Era che fu la settima e ultima.

Dalla loro unione nacque Core o Persefone, cui Demetra era legata dal mito e nel culto.

Il Ratto di Persefone

La figlia di Demetra, Core o altrimenti chiamata Persefone stava cogliendo con le amiche i fiori quando venne attratta da un narciso di straordinaria bellezza.

Quando si avvicinò per coglierlo, la terra le si spalancò davanti.

Dalle profondità emerse il dio Ade su un carro trainato da neri cavalli, l’afferrò e sprofondò nuovamente nell’oltre tomba.

Demetra udì l’eco delle grida della figlia e accorse a cercarla.

Indefessamente vagò per nove giorni e nove notti, senza mangiare, dormire, lavarsi, correndo grandi pericoli.

Poseidone, infatti, vedendola se ne invaghì e volle possederla col la forza.

La dea per sfuggirgli si trasformò in giumenta, ma il re del mare divenne uno stallone abusando di lei.

All’alba del decimo giorno del suo vagare, Demetra incontrò Ecate, dea della luna nera e dei crocicchi, che le suggerì di recarsi con lei da Elio, divinità della natura dedita al Sole.

Elio le rivelò che Ade aveva rapito Persefone e l’aveva portata negli inferi per farla sua sposa,  Zeus stesso aveva approvato l’unione, e le consigliò, dunque, di smetterla di piangere accettando la volontà di divinità tanto potenti.

Demetra rifiutò il consiglio, ora, oltre il dolore sentiva l’oltraggio e il tradimento di Zeus.

Abbandonò l’Olimpo, si travestì da vecchia e andò vagando irriconoscibile per città e campagne.

Giunta ad Eleusi venne trovata accanto a un pozzo dalle figlie di Celeo, reggente della città.

Quando Demetra disse loro che stava cercando qualcuno a cui fare da nutrice, l’accompagnarono a casa della madre Metanira, perché avevano un fratellino ultimogenito di nome Demofonte.

Sotto le cure di Demetra, Demofonte crebbe come un dio.

Veniva nutrito di ambrosia e la dea lo espose a un fuoco che l’avrebbe reso immortale se Metanira non fosse entrata in scena, gridando di paura per il figlio.

Demetra infuriata rimproverò la stupidità di Metanira e rivelò la propria identità.

Ordinò dunque che le fosse costruito un tempio.

Vi prese dimora addolorata per la perdita di Core e sedette sola rifiutandosi di adempiere alla propria funzione di dea delle messi.

La conseguenza fu che niente poteva crescere e niente poteva nascere.

La carestia minacciava di uccidere la razza umana, privando gli Dei di offerte e sacrifici.

Zeus, allarmato, inviò Iride a implorare la Dea di tornate, poi al suo rifiuto, ogni divinità olimpica si recò da lei con onorificenze.

Demetra rispose a tutti che non sarebbe tornata finché Core non le fosse stata restituita.

Alla fine Zeus cedette e mandò Ermes, messaggero degli dei, da Ade, ordinandogli di restituire Persefone in modo che “la madre abbandonasse la collera”.

Ermes trovò Persefone accanto al dio degli inferi che libera di andarsene balzò in piedi per riavere la propria libertà, ma Ade donò alla fanciulla alcuni semi di melograno che ella mangiò.

Ermes prese il carro di Ade per riportare la fanciulla a casa, recandosi al tempio dove Demetra attendeva.

Vedendola Demetra le corse incontro, informandosi con ansia se Persefone avesse per caso mangiato qualcosa nel mondo degli Inferi.

Se non fosse stato così le sarebbe stata restituita per sempre, ma siccome aveva mangiato i semi avrebbe trascorso con la madre due terzi dell’anno e la parte rimanente nel mondo sotterraneo.

Dopo l’arrivo di Persefone, Demetra restituì fertilità alla terra.

L’archetipo di Demetra

Demetra è l’archetipo della Grande Madre, rappresenta l’istinto materno, la gravidanza e il nutrimento fisico, psicologico, spirituale.

Questo potente influsso può essere significativo nella vita di una donna, ma può anche predisporla alla depressione qualora  il suo bisogno di essere nutrice venga ostacolato.

L’istinto materno

La donna con un forte archetipo Demetra è impaziente di essere madre, è un ruolo che la realizza, la funzione più importante della sua vita.

E’ un archetipo che la spinge anche ad essere nutrice, generosa e disinteressata, che ama lavori in cui si prende cura degli altri.

La maternità è un istinto profondo per una Demetra.

La donna pienamente cosciente è certamente in grado di decidere quando realizzare il suo desiderio, ma se la motivazione Demetra è inconscia, potrà anche trovarsi incinta per caso.

L’istinto materno di Demetra non si limita alla maternità biologica e alla cura dei figli.

Adottare un bambino o fare la babysitter consente a molte donne di esprimere l’amore materno dopo che i figli sono cresciuti, esattamente come fece la dea con Demofonte.

La nutrice

Il nutrire è una grande fonte di soddisfazione per una donna Demetra, sia che si tratti di preparare grandi pranzi, sia che si tratti di nutrimento più educativo e metaforico.

Portare un caffè in ufficio non è sminuente come per una Artemide, per una Demetra è fonte di piacere.

E’ una donna perseverante, che spesso può sentirsi attratta da una vita a contatto con la natura.

Nei miti Demetra è la più generosa tra le dee, diede all’umanità ‘agricoltura, i raccolti, regalò agli uomini i misteri Eleusini.

Le donne che le somigliano danno in maniera del tutto naturale, sia che si tratti di cose materiali come cure fisiche e cibo, sia che si tratti di sostegno emotivo o spirituale.

Molte donne spirituali come Madre Teresa hanno questo archetipo.

La madre dolente o distruttiva

Quando l’archetipo Demetra è una forza potente che la donna non riesce a soddisfare può succedere che soffra della depressione da nido vuoto o da senso di inutilità se è priva di figli.

Le può accadere di essere sterile, che i figli vadano lontano o che il lavoro che svolge come madre sostitutiva finisca, in questo caso anziché lottare attivamente contro i responsabili come farebbe una Era, una Demetra tende a sprofondare in depressione, concependo la vita priva di significato.

Una Demetra depressa si inasprisce e si sente delusa, rimane spesso ossessionata dalla perdita e la crescita psicologica si arresta.

Quando la dea dolente interruppe le sue funzioni nulla più cresceva sulla terra, allo stesso modo la collera di una Demetra si esprime nel rifiuto di fornire ciò che prima offriva all’altro.

Questa evenienza può ritrovarsi in una madre grevemente depressa che rifiuta di nutrire il neonato, o in quelle madri che rifiutano di parlare per giorni con i figli.

Assai più frequenti di queste forme esterne di rifiuto, sono quelle in cui le madri ritirano l’approvazione quando i figli diventano meno dipendenti da loro. Anche questa modalità si ricollega a uno stato depressivo, perché la madre vive la crescente autonomia del figlio come una perdita affettiva, sentendosi rifiutata e non necessaria.

Età psicologiche

La donna Demetra è provvida e protettiva, soccorrevole, generosa e dà tutto ciò che è necessario.

E’ solida e fidata, coi piedi per terra e dal calore umano.

Attenta a ciò che la circonda è altruista e leale, con convinzioni difficili da cambiare.

Demetra bambina

Alcune bambine sono Demetra in erba, non solo con le bambole ma anche con bimbi veri e le piace fare la babysitter.

Il rapporto con i genitori

Dea Gea - bassorilievo
Dea Gea – Bassorilievo

Demetra era figlia di Rea e Gea era la nonna.

Gea era la Madre Terra primigenia da cui viene ogni forma di vita anche il Dio Cielo Urano.

Come dea delle messi, Demetra prosegue il lignaggio delle dee femminili della fertilità.

Tutte tre le dee soffrirono quando il consorte fece male ai figli.

Il marito di Gea li seppelliva, quello di Rea li inghiottiva e il marito di Demetra permise che Proserpina venisse rapita.

Tutte e tre rifiutarono di accettare quella violenza e non si arresero finche i figli non furono liberati.

A differenza di Era, il vincolo più forte era quello madre-figlio.

Quando una donna materna si unisce a un uomo che non ha il senso della paternità, la vita reale ripete il mito.

L’assenza di legame paterno può esprimersi col disinteresse, la competitività, il risentimento e in questi casi la figlia Demetra crescerà identificandosi con la madre senza stabilire un legame col padre.

Una famiglia in cui il padre è in competitività con la moglie danneggia l’autostima di Demetra che sviluppa un atteggiamento da vittima.

Una Demetra può, anche decidere di scambiare i ruoli con genitori immaturi e incompetenti, prendendosi lei cura di loro.

Demetra diventa anche facilmente una figura genitoriale sostitutiva per i fratelli più piccoli.

Se invece Demetra ha un padre affettuoso che l’accetta crescerà con la convinzione che lui appoggi il suo desiderio di essere una buona madre, e non sarà alimentata in lei la tendenza a diventare vittima.

Adolescenza e maturità

Demetra non è motivata a fare una precoce esperienza sessuale come Afrodite, o a trovare un partner come Era, tuttavia può desiderare il matrimonio precocemente per rispondere al suo desiderio di maternità.

Altre Demetra invece scelgono di essere attratte da un corso di studi che le preparino a una professione di aiuto agli altri.

Non è un archetipo ambizioso o competitivo, nè dà importanza allo status sociale.

Spesso ha amici provenienti da diverse esperienze, strati sociali, provenienze, condizioni che aiuta volentieri, dove vi sia necessità, a integrarsi.

Il lavoro

Le professioni assistenziali o di crescita altrui sono quelle tipicamente scelte dalle donne Demetra.

La tendenza Demetra si può esprimere anche col volontariato o diventando figure chiave in organizzazioni che si giovano della loro energia materna.

La donna Demetra che fonda e dirige organizzazioni, svolge un ruolo sociale chiave.

Per una Demetra è però difficile licenziare o affrontare un impiegato incompetente perché si rammarica per lui, inoltre non dà una guida individuale.

Il rapporto con le donne

La donna Demetra non entra in competizione con le altre.

In genere ha amicizie salde, specialmente con altre donne Demetra con cui vi è uno scambio di sostegno emotivo e materiale.

A loro si affida più che al partner nel caso abbia bisogno di qualcosa.

L’unica gelosia che può provare una donna Demetra è per altre madri qualora lei sia senza figli, oppure se, avanti negli anni, vede madri con i figli vicini mentre i suoi se ne sono andati.

Può però essere invidiosa nei confronti dei nipoti e tentare di sostituirsi nei ruolo alla madre naturale.

Se madri e figlie sono tutte donne Demetra, rimangono insieme creando una famiglia matriarcale allargata.

I rapporti con gli uomini

La donna Demetra attira uomini che provano affinità con le donne materne.

Lei difficilmente sceglie, piuttosto reagisce al bisogno che di lei ha un uomo.

E’ spesso attratta da persone dotate, sensibili ma immature, che non si sentono capite dagli altri (non lo apprezzano come fa lei o  non chiudono un occhio sulla sua irresponsabilità come fa lei).

Le donne Demetra rischiano spesso di giustificare un partner egoista o trascurato.

Le qualità materne di Demetra e le sue difficoltà a dire di no la rendono vulnerabile allo sfruttamento, può incontrare individui sociopatici o uomini che “vogliono una ragazza come quella che ha sposato papà”

Di tutti gli uomini da cui può essere attratta una Demetra il padre di famiglia è l’unico maturo e generoso.

Con lui una Demetra può condividere il suo sogno con rispetto e equilibrio.

Se lei ha difficoltà a dire di no lui l’aiuta a prendersi cura di sé e condivide la sua idea di realizzazione attraverso la famiglia.

Gli altri tipi di uomini di cui abbiamo parlato si sentono invece minacciati dall’idea dei figli.

La sessualità

Quando Demetra è l’elemento più forte di una donna, la sessualità non è molto importante.

Spesso è una persona affettuosa, femminile, pronta a scambiarsi tenerezze e a fare l’amore, coccolona più che sexy.

Alcune donne Demetra possono avere un atteggiamento puritano che considera il sesso volto alla procreazione oppure che fa parte della sua dedizione e del nutrimento del rapporto.

Il matrimonio

In realtà il matrimonio non è cosa importante, lo apprezza per avere una famiglia. Lo ritiene un passo che può essere necessario per aprirla alla maternità.

I figli

La maternità biologica è naturalmente importante, è anche una madre adottiva o sostitutiva amorevole, ma desidera sicuramente molto un figlio tutto suo.

Dal punto di vista dell’influenza che esercita su di loro può essere una madre splendida o distruttiva.

Quando i figli adulti se la prendono con lei si sente confusa e non riesce a concepire di aver potuto contribuire alle loro difficoltà, è consapevole soltanto delle proprie buone intenzioni, non degli elementi negativi che posso intercorrere nei rapporti.

Che una madre Demetra abbia avuto effetti positivi o negativi dipende da quale dimensione prevale in lei.

Può sentirsi come la dea sfidata dalla figlia che sceglie un uomo che lei non approva, soffrire la sindrome del nido vuoto, oppure temere sempre che ai figli possa accadere qualcosa di male.

Alcune madri Demetra sono apprensive fin dalla nascita quasi come se i piccoli dovessero essere rapiti  da Ade. Limitano così la loro indipendenza e li scoraggiano a stringere rapporti con altri.

Temono, infatti, moltissimo di perderne l’affetto.

La madre Demetra può sentirsi, inoltre colpevole per qualsiasi evento che abbia un effetto negativo sul figlio.

Fino a che non inizia a rendersi conto di non poter essere perfetta, crede di dover essere onnisciente e capace di prevedere ogni pericolo.

Nell’intento di proteggere i figli, Demetra può esercitare un controllo eccessivo, creando stati di dipendenza.

Un cordone ombelicale psicologico, che se li rende disponibili al suo minimo cenno, ma non consente loro di avere una identità indipendente.

Talvolta nel tentativo di farsi una vita propria, i figli di questa madre rompono i rapporti con lei, ciò accade soprattutto quando lei ha inconsciamente cercato di suscitare in loro riconoscenza, sensi di colpa o dipendenza.

Un altro modello di maternità negativa è la madre che non sa dire di no ai figli, considerandosi altruista che non fa altro che dare, con sacrifici e a volte sensi di colpa.

Cede a ogni loro richiesta fin da piccoli, alimentandone l’egoismo, e facendoli crescere pensando di avere diritto a una condizione speciale, impreparati  ad adattarsi e con un atteggiamento conflittuale rispetto all’impegno.

La mezza età

La mezza età può essere il periodo più difficile.

Se non ha avuto figli si preoccupa per l’orologio biologico, e presserà il partner  riluttante per una gravidanza o considererà l’ipotesi di diventare madre nubile.

Se ha avuto figli ogni passo che questi compiono verso l’autonomia dimostra la sua capacità di liberarli dalla dipendenza.

La stessa cosa può accadere alla fondatrice di una organizzazione che è cresciuta a dimensioni tali perché altri spirino alla sua posizione.

Le serve una parte Atena, perché se le verrà sottratta la creatura, la perdita la sprofonderà in una dimensione Demetra rabbiosa e ferita.

La vecchiaia

Molte donne Demetra trovano questa fase gratificante, sono attive, indaffarate, rispettate amate e hanno imparato a non tenere legate le persone.

Diverso è il destino di una Demetra che si considera vittima, diventerà la dea in lutto che siede nel tempio senza lasciar crescere nessun frutto.

Difficoltà psicologiche

Demetra era una divinità di primo piano, tuttavia non poté impedire il rapimento di Persefone, le sue preghiere vennero ignorate e soffrì di depressione.

Le difficoltà che una donna col suo archetipo si trova ad affrontare possono essere analoghe.

Svuotarsi

La donna Demetra che non riesce a dire di no rischia di svuotarsi.

Si troverà sempre impegnata oltre misura e non riuscirà a mettere limiti se non si confronta con l’istinto e impara a decidere quando e come usare il proprio tempo.

Rischia di essere schiacciata da un fardello che la fa sentire svuotata e apatica, o risentita e aggressiva.

Si sente sfruttata, come è il suo tipico, ma non manifesterà in maniera diretta, il più delle volte svaluterà i propri sentimenti dandosi da fare ancora di più.

Eppure i sentimenti filtrano, facendole manifestare un comportamento passivo aggressivo, liberandosi dai pesi con dimenticanze e agendo inconsciamente la propria ostilità, apparendo a volte incompetente o sentendosi colpevole.

Sarebbe assai meglio la risolutezza che fa della stessa azione qualcosa di diverso.

Rifiutandosi apertamente e spiegando il perché, si manda un messaggio chiaro, invece del messaggio confuso di un’azione passivo-aggressiva.

Maternità inconscia

Alla donna Demetra  può capitare che il forte istinto materno la spinga  a non riuscire a dire di no a una gravidanza, dimenticando inconsciamente la pillola o le precauzioni nel periodo di fertilità.

Riconosce la dea che vive in lei la aiuterà a decidere consapevolmente quando e come avere un figlio.

Alimentare al dipendenza

Come abbiamo visto, Demetra può poi incorrere nell’esigenza di avere un figlio che abbia bisogno di lei,  e su cui proietterà la sua ansia, tenendolo legato il più possibile.

Nel tentativo di rendersi indispensabile, questa donna infantilizza gli altri o esercita un controllo eccessivo, alimentando sentimenti di insicurezza o inadeguatezza (non sei abbastanza brava/o)

Le può accadere la stessa cosa nelle situazioni lavorative dove sovraintende ma è quella che sa meglio di chiunque altro come le cose vanno fatte, accollandoselo quindi personalmente.

Se le persone della sua vita hanno bisogno di lei, la Demetra ansiosa si sente rassicurata., se diventano indipendenti si sente minacciata.

Per essere invece colei che crea condizioni per cui gli altri possono crescere deve avere dentro di se un senso di abbondanza che le permette di non temere di perdere i rapporti o alimentare le paure che il suo bambino non sia abbastanza bravo.

La Demetra possessiva cresce quando abbandona il bisogno di tenere gli altri in stato di dipendenza, trasformandola in reciproco apprezzamento e amore.

Modi per crescere

Coltivare Demetra

Ogni donna che comincia a pensare alla maternità sta coltivando l’archetipo di Demetra.

Si coltiva Demetra immaginandosi incinte e madri e prestando ai bambini un’attenzione sociale.

Gli sforzi per verificare la potenza dell’istinto materno riescono a farlo emergere se l’archetipo è facilmente evocabile, non viceversa.

Diventare madre di se stessa

La donna Demetra deve impiegare la Dea a proprio beneficio, prendendosi cura di sé, riconoscendo i bisogni chiedendosi “è questo che voglio fare? Ho abbastanza energie? Merito di essere trattata diversamente?

La donna Demetra deve resistere alla tentazione di essere sempre e solo Demetra, dando spazio alla determinazione, alla prosperità interiore.

La donna che diventa una Demetra dolente, che ha subito una grave perdita, può rischiare di rimanere fissata in quella fase o scegliere di vivere ogni momento del mito.

Dopo il ratto di Persefone Demetra lasciò l’Olimpo e si prese cura di Demofonte, affrontando la perdita rischiando un altri rapporti.

La guarigione avvenne anche quando ritrovò la fanciulla restituitagli da Ade, che dal punto di vista metaforico significa riappropriarsi dell’archetipo della giovinezza.

Come questo accada rimane spesso un mistero…  un compito abbandonato da tempo, un sentimento nuovo, la liberazione dalla pesantezza.

Ma è possibile qualcosa in più della semplice guarigione, Demetra dolente può riemergere con una profonda saggezza e una comprensione spirituale.

Infondo il mito di Demetra e Persefone ci parla di come crescere attraverso al sofferenza.

La donna Demetra può come la dea arrivare ad accettare gli umani cambiamenti di stagione, può vivere qualsiasi cosa accada con la consapevolezza che la primavera segue sempre all’inverno.

NB. Se ti interessa conoscere anche la visione moderna, Junghiana e psicologica dei Tarocchi ti propongo il mio studio: La Psicologia dei Tarocchi. Libro e Arcani

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About the author

Laura Valli

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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By Laura Valli

Sull’autore

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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