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Psicologia al femminile: l’archetipo di Era

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La maestosa e splendida Era che i Romani conobbero come Giunone, era la dea del Matrimonio.

Consorte di Zeus, re degli dei, il suo nome sembra significhi “grande signora”, forma femminile della parola heros (eroe).

I poeti ne parlano come “dea dall’occhio bovino” per decantare i suoi occhi grandi e bellissimi.

E’ la prima delle tre dee vulnerabili, nella accezione che abbiamo dato nell’articolo introduttivo sulle dee dentro la donna.

I suoi simboli erano:

  • la Via Lattea (una leggenda narra che quest’ultima nacque dal latte che le sgorgò dalla mammelle)
  • il giglio nato dal cadere del suo latte sulla terra,
  • la mucca sacra (uno dei mitemi della grande madre)
  • il pavone, la cui coda dai mille occhi ricordava la vigilanza che le era tipica.

Era aveva due aspetti contrastanti: onorata come da del matrimonio, denigrata come bisbetica, vendicativa e gelosa nei poemi omerici.

Mitologia di Era

Figlia di Rea e Crono, la dea fu inghiottita dal padre come i suoi fratelli appena nata.

Emersa dalla cattività venne affidata a due divinità della natura che se ne presero amorevole cura, divenendo una fanciulla bellissima.

Innamoratosene, Zeus per sedurla si trasformò in un tenero uccellino infreddolito. Era per scaldarlo se lo strinse al seno.

Era riuscì a sfuggire alla profferte di Zeus che nel frattempo aveva riprese sembianze umane, finché non le promise di sposarla.

Finita la Luna di miele, il marito seduttore tornò  alle vecchie abitudini di donnaiolo, suscitando nella dea una una gelosia vendicativa.

La vendetta

Il furore di Era non si rivolgeva contro il marito ma contro l’altra che il più delle volte era stata sedotta, violentata, ingannata.

Era soleva scagliarsi anche contro i figli concepiti da Zeus fuori dal loro rapporto.

Quando la ninfa Callisto fu sedotta da Zeus che si era travestito da Artemide, Era la trasformò in un orso e si ripromise di farla uccidere dal figlio ignaro.

Zeus intervenne appena in tempo trasformando la ninfa e il figlio in costellazioni: l’Orsa maggiore e minore.

Quando Egina venne nascosta su un’isola da re degli dei, Era scatenò un feroce drago che terrorizzò la popolazione.

La dea fece impazzire i genitori adottivi di Dioniso nel tentativo di farlo uccidere.

Continuamente oltraggiata dalle storie amorose e dai figli che Zeus generava, il colmo di ingiuria la regina degli dei lo subì quando il marito diede vita da solo alla figlia Atena che rimase la prediletta del padre sopra ogni altra divinità.

Decisa a vendicarsi di Zeus volle  anch’ella generare da sola un figlio dando vita a Efesto.

La leggenda narra che quando costui nacque con un piede storto, Era, dunque, lo ripudiò gettandolo dall’Olimpo.

La dea generò molte divinità col marito, tra queste Ares, dio della guerra, che Zeus disprezzava perché, a differenza di Atena, perdeva la testa durante le battaglie.

La fuga

Altre leggende narrano come stanca dei tradimenti, a volte abbandonasse lo sposo iniziando peregrinazioni fino ai confini del mondo conosciuto.

Una volta tornò alle montagne dove aveva trascorso la sua giovinezza e Zeus fu costretto a un inganno per  farla tornare.

Organizzò una finta cerimonia di nuove nozze in cui la principessa sposa era una statua.

L’inganno divertì così tanto Era da fargli perdonare il marito e tornare all’Olimpo.

Rituali e culto

Malgrado la mitologia ne dipinga il carattere vendicativo, la dea era venerata grandemente.

I suoi culti avevano carattere stagionale.

A primavera si venerava Era Parthenos fanciulla e vergine, una statua della dea veniva immersa in un bagno e gli si restituiva simbolicamente la verginità.

Estate e autunno vedevano riti in onore di Era Teleia, la perfetta, realizzando così la perfezione del matrimonio rituale.

In inverno diventava Era Chera, la vedova, con rituali che mettevano in atto un litigio con Zeus e la separazione da lui.

Questi aspetti corrispondevano agli stadi di vita archetipici della dona Era.

L’archetipo di Era

Era, dea del matrimonio, fu riverita e oltraggiata, onorata e umiliata, possiede attributi positivi e negativi più marcati delle altre dee.

E’ una dea di intensità potente nella gioia e nel dolore.

La moglie

Dea Era immagine di PompeiL’archetipo di Era rappresenta di essere moglie, è una donna che non si sente sostanzialmente incompleta senza un compagno.

La mancanza di un compagno può essere un’esperienza interna profonda che la ferisce.

Quando la donna che ha bisogno di essere compagna si impegna in un rapporto serio, l’archetipo di Era viene in parte realizzato

Per la donna Era  il matrimonio come istituzione è importante: vuole essere riconosciuta come la Signora.

Dei significati del matrimonio il primo è la realizzazione di un bisogno profondo di essere compagna di un uomo e il secondo il riconoscimento sociale di status di marito e moglie.

Questo archetipo dona alla donna la capacità di legarsi, di essere fedele e leale, di sopportare le difficoltà con un compagno e superarle.

A volte i compagni di donne che non hanno nel loro intimo l’archetipo di Era sospettano di non essere essenziale nella sua vita.

L’archetipo è quello del matrimonio sacro che esplicita l’unione spirituale tra maschile e femminile.

Un’esperienza numinosa, un ricongiungimento mistico, che sposta lo sposalizio in un ambito alchemico e che pervade la religiosità della storia.

Alla donna Era piace fare del marito il centro della propria vita, viene prima di ogni altra cosa, anche rispetto ai figli che conoscono bene l’ordine delle priorità.

Lei mette, non solo i figli ma anche gli altri in lista di attesa, finché non abbia parlato con lui.

Il modello negativo di Era

La dea Era canalizzava la sofferenza per il rifiuto e l’umiliazione per i tradimenti del marito in una collera vendicativa contro l”altra’ o contro i figli che la coppia di amanti aveva generato.

L’archetipo di Era predispone la donna a spostare il biasimo dal compagno, dal quale dipende emotivamente, sugli altri.

Reagisce alla perdita e al dolore con la collera e con l’attività anziché che con la depressione tipica di Demetra e Persefone; persino il vittimismo fa sentire la donna Era potente anziché rifiutata.

Malgrado il successo sociale che può ottenere, Era è convinta di non valere nulla senza un uomo.

Speranze deluse

Quando una donna si identifica con Era, spesso pensa che insieme al marito verrà trasformata dal matrimonio e vive l’aspettativa inconscia che lui sia la fonte della sua realizzazione.

Ma l’ideale è appunto ideale, per questo a volte può accadere che si senta come delusa, come se lui l’abbia ingannata.

Molte Era proiettano su un uomo l’immagine del marito idealizzato per poi criticarlo e prendersela con lui.

Quando una donna di questo tipo pretende che lui cambi diventa la bisbetica.

Le forze culturali

L’archetipo di Era è sostenuto dalla mistica femminile di “realizzazione attraverso gli altri”.

Una volta sposata la dona Era si sente legata e si oppone alla possibilità di sciogliere un matrimonio infelice.

Vittima e carnefice

Questo archetipo può essere molto opprimente per una donna.

Se non è sposata può sentirsi sempre incompleta e essere spinta al matrimonio sbagliato.

Se è sposata può subire l’influenza negativa della dea trasformandosi in una donna amareggiata, diventare rabbiosa e persecutoria davanti all’infedeltà o non riuscire a liberarsi di un matrimonio sbagliato.

Era ha sofferto molto ma ha anche perseguitato gli altri in maniera distruttiva.

La donna Era condanna e punisce le altre donne, in genere escludendole o dando loro l’ostracismo insieme ai figli, perché non sono all’altezza dell’ideale dell’archetipo.

Una donna Era si pone, cioè, come giudice sociale. 

La sindrome di Medea

Il mito di Medea  è una metafora della capacità di questa donna di mettere la propria devozione per un uomo al di sopra di ogni altra cosa e vendicarsi se scopre che quella dedizione non vale niente.

Benché le riedizioni del mito nella realtà siano fortunatamente rare, a livello metaforico sono abbastanza diffuse.

Quando una donna si lega a un uomo sotto la doppia egida di Era e Afrodite vi subordinerà ogni altro legame, dando tutta se stessa con ogni sacrificio al partner.

Usata e abbandonata da un Giasone senza scrupoli, una novella Medea spesso mette in atto equivalenti emotivi della tortura dell’altra  che compì la maga, come distruggerne la reputazione o mettere in giro menzogne sul suo conto.

Potrà anche usare i figli come arma di vendetta impedendo al padre di vederli o rendendo gli incontri tra loro momenti traumatici.

Ogni Era colpisce gli altri più di quanto faccia con l’uomo che l’ha lasciata.

Età psicologiche

Era bambina

La piccola Era probabilmente giocherà a marito e moglie e si darà da fare come una persona grande.

L’archetipo però si manifesta soprattutto nell’adolescenza quando è possibile avere un fidanzato.

Il rapporto coi genitori

I genitori di Era furono Crono, un padre primo di affetto e Rea una madre impotente.

Entrambi ci forniscono un quadro ombra di un matrimonio patriarcale: un marito potente e dominatore, e una moglie con resistenza passiva che custodisce segreti e ricorre all’inganno.

Era ebbe anche un’altra coppia genitoriale, le divinità della natura che terminarono di allevarla dopo la una liberazione.

Il tema della doppia coppia è comune a molte donne Era.

La giovane Era rimane attaccata all’immagine idealizzata della coppia, vedendo nella stabilità del matrimonio dei genitori ciò che desidera per sé.

Adolescenza e maturità

La Era adolescente è al colmo della felicità se vive un rapporto stabile.

Cerca di fare coppia con un ragazzo che occupi una posizione di spicco e desidera la sicurezza emotiva che il rapporto le dà organizzando party nella sua dimensione di regina dell’Olimpo.

Un modello che permane per tutta la vita: l’università è il luogo per trovarsi un compagno, la cultura fa parte di quei requisiti sociali che ci si aspetta da lei.

Ma se il compagno non si materializza l’ansia aumenta.

La donna Era non sposata percepisce un vuoto interno e una mancanza di senso che a volte vengono ingigantite da aspettative sociali e familiari.

Il lavoro

Per la donna Era il lavoro è un aspetto secondario della vita, è qualcosa che lei fa più che qualcosa che è.

Può riuscire molto bene nella sua attività ma se non ha un compagno sente di aver fallito.

In genere nella donna che realizza un processo professionale sono presenti altre dee, ma se Era è l’archetipo portante subordinerà la carriera alla coppia.

La sua carriera in realtà è il matrimonio.

I rapporti con e donne

La donna Era non dà grande importanza all’amicizia con le altre donne.

Se non è sposata cerca possibili partner e starà con una amica per non sentirsi a disagio, ma una volta accoppiata lascerà cadere l’amicizia.

E’ la donna che annulla gli appuntamenti con le amiche se un uomo la invita a uscire.

Dopo il matrimonio vive i rapporti come parte della coppia, frequentando soprattutto altre donne sposate o legate alla professione e agli interessi del marito.

In questo caso si tratta più di alleanze che di amicizie, è perciò probabile che lasci cadere rapporti con amiche divorziate o vedove.

Le amiche Era si lasciano a vicenda avvalorando la convinzione che la donna senza partner non è nessuno.

Considera le donne sole un pericolo potenziale, e spesso non ne ha stima.

I rapporti con gli uomini

Quando il matrimonio con Zeus veniva rappresentato per la venerazione nei templi greci a quest’ultimo veniva dato l’appellativo di  Teleios, cioè portatore di realizzazione.

La donna Era è attratta da un uomo che ha competenza e successo, sebbene possa essere sensibile anche a partner con bisogni emotivi.

Molti uomini che raggiungono il successo, come Zeus portano con sé un elemento emotivo immaturo, essendo caratterizzati da mancanza di strette amicizie o dall’incapacità di percepire il dolore segreto degli altri.

All’immaturità emotiva maschile è dovuta una ricerca della varietà più che della profondità nei rapporti con le donne.

Era soffrirà profondamente dei tradimenti, così lontani dalle aspettative archetipiche, e dato che lui non gliene parlerà mai, eviterà anche lei.

Molte donne Era si trovano in difficoltà perché non sanno vedere il vero carattere del partner, percependone solo gli aspetti esterni.

Sessualità e Matrimonio

Sessualità e coppia vanno di pari passo e il risveglio sessuale dipende molto dal partner.

Se ciò non accade è probabile lei possieda un’idea del sesso come dovere.

L’accettazione del perdurare di una situazione anorgasmica negli anni dipende molto dalla presenza o meno di Afrodite in lei.

Il matrimonio è  il momento più importante della vita di una donna Era, ella prende il nuovo nome.

Era condivide col compagno la vita sociale seguendolo nelle sue scelte e creando con gli altri legami deboli.

E’ devota e la sua felicità dipende dall’importanza che il partner dà al matrimonio e dal modo in cui apprezza la moglie.

Soffre se il marito non la considera abbastanza o e troppo impegnato nel lavoro.

Non è raro che un moderno Zeus consideri il matrimonio per la facciata sociale non condividendo molto della sua vita con la moglie.

Era è comunque l’archetipo femminile meno propenso al divorzio. Se è lui che lo desidera lei metterà in atto un meccanismo di negazione e un rifiuto radicale.

Probabilmente dentro di sé si sentirà per sempre moglie anche se non è più sposata, soffrendo daccapo ogni volta che qualcosa le ricorda la fine del rapporto.

Spesso passerà dalla rabbia all’insistenza verso l’ex partner e vorrà usare comunque ancora il cognome da sposata.

Un Era single può avere molti interessi che abbandona però una volta trovato marito, l’uomo che sposa una Era può, dunque, scoprire a volte dopo il matrimonio che non è più la donna che ha sposato.  Altri spetti del femminile potranno certo trovare espressione ma per una donna Era rimarranno sempre secondari rispetto al ruolo di moglie.

Una donna Era insicura è molto esposta alla gelosia, la minima provocazione le fa sospettare l’infedeltà, questo può contribuire ad alienarsi il partner, confermando le sue paure.

Un uomo tenderà a reagire alla possessività  piuttosto che a mostrarsi comprensivo. Lei dovrà dunque decidere se fidarsi più dei suoi demoni  interiori che dell’uomo che ha sposato.

I figli

Avere dei figli per la donna Era fa parte del ruolo di moglie, non avrà molto istinto materno (a meno che non abbia anche un archetipo Demetra), ne avrà piacere nel fare cose con loro come Artemide e Atena.

Non riuscire a creare un legame archetipico si ripercuoterà sul rapporto genitoriale.

Se la donna Era deve decidere se sacrificare il marito o i figli la scelta cadrà su questi ultimi.

La donna Era non farà mai da cuscinetto tra loro e il padre.

La mezza età

Che in mezza età la donna Era si senta soddisfatta, dipende dalla qualità del suo matrimonio.

Non è molto abile a gestire i momenti di stanchezza che possono sopraggiungere all’interno della coppia, può facilmente essere gelosa, possessiva e vendicativa se un’altra si affaccia all’orizzonte.

La vecchiaia

Il momento in cui diventa la Era vedova è il più difficile della sua vita.

La Era vedova perde il marito, il ruolo di moglie, non ha amiche e può venire rifiutata dall’ambiente cui è appartenuta tutta le vita.

In questo caso la dea può facilmente cadere in depressione.

Difficoltà psicologiche

Era esercita un potere innegabile sulla vita di molte donne, altre dee possono consentire una minore realizzazione ma sono meno distruttive negli aspetti negativi.

E’ importante dunque che la donna Era capisca le difficoltà di questo archetipo per lavorarci.

Modi per crescere

Coltivare Era

Certe donne sentono il  bisogno di una maggiore affinità con Era all’inizio della mezza età.

Quando l’istinto a legarsi come compagna non è radicato, ma nasce il desiderio di una profondità di rapporto con un partner, occorrerà coltivarlo.

Ciò è possibile solo quando la donna capisce di aver bisogno di impegnarsi in un rapporto, è decisa a mantenerlo e ha la possibilità di farlo.

Se il rapporto con un uomo non disposto al matrimonio le impedisce di realizzare il bisogno di diventare moglie occorre arrivi a sentirsi delusa del tipo di uomo di cui si è innamorata e del modo in cui la tratta.

E’ inoltre necessaria una nuova valutazione del proprio atteggiamento nei confronti degli uomini che coltivano valori tradizionali, perché è possibile che abbia nutrito pregiudizi nei loro confronti.

Dovrà quindi modificare l’immagine interiore dell’uomo, diventando capace di impegnarsi.

La soluzione Efesto

Riconoscere l’influenza di Era e comprendere la suscettibilità che le è propria è il primo passo per andare oltre la dimensione dell’archetipo.

Era ci può far sposare la prima persona che che ci chiede in moglie. E’ allora importante fare un lavoro su di sé cercando di capire chi si ha davanti oggettivamente.

Quando una donna Era vive un matrimonio infelice, una possibile soluzione iene suggerita dal mito che riguarda Efesto, il figlio che la dea rifiutò, preferendogli il bellicoso Ares.

Efesto simbolizza una forza interna potenziale e la possibilità che la rabbia possa essere contenuta riflettendo sulle scelte che si hanno a disposizione.

Se una donna Era capisce che si sta facendo paralizzare dalla collera e dalla gelosia può canalizzare questi sentimenti in una attività.

In senso metaforico un lavoro mentale o manuale può servire a sublimare la rabbia.

Riconciliazione tra realtà e mito

La donna Era deve sapere che se viene lasciata, le sarà difficile credere alla perdita, pensando che il suo Zeus sentirà la sua mancanza e tornerà.

Soltanto quando smetterà di credere in una riconciliazione potrà vivere il lutto, guarire e farsi una vita sua.

Nel mito questa riconciliazione avviene, ma per riconciliarsi Era abbandona molte cose, prima di tutto Zeus.

La vita a volte imita questo epilogo ma il più delle volte non è così.

Era dea Ciclica

La possibilità di portare a termine un ciclo e ricominciare daccapo, è insita della mitologia di Era.

Se comprende questa possibilità archetipica, la donna Era legata a un matrimonio infelice può rendersi vedova da un punto di vista emotivo, lasciando un rapporto che le offre vuoto o violenza o infedeltà.

Allora potrà ricominciare questa volta facendo una scelta saggia.

Il ciclo può essere vissuto come un’esperienza interna.

NB. Se ti interessa conoscere anche la visione moderna, Junghiana e psicologica dei Tarocchi ti propongo il mio studio: La Psicologia dei Tarocchi. Libro e Arcani

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About the author

Laura Valli

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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By Laura Valli

Sull’autore

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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