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Psicologia al femminile: l’archetipo di Estia

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Estia, nota anche come Hestia, è una delle dodici maggiori divinità olimpiche per diritto di nascita. È la dea del focolare domestico, del fuoco che ardeva mai spento in un braciere rotondo in ogni casa dell’antichità.

Descritta come una divinità riservata, che preferiva rimanere lontana da dispute o conflitti, è la meno nota tra le Dee Greche.

Non fu mai rappresentata con sembianze umane ma la sua presenza si avvertiva nelle fiamme che ardevano nelle case, nei templi, al centro delle città.

Nessun edificio, né città venivano consacrati finché non faceva il suo ingresso Estia.

La sua presenza era avvertita a livello spirituale, forniva illuminazione, tepore e il calore necessari per cuocere il cibo.

Mitologia di Estia

Estia è la primogenita di Crono e Rea, e quindi sorella maggiore di divinità come Zeus, Poseidone e Ade.

Nonostante fu corteggiata da Poseidone e Apollo, scelse di rimanere vergine.

Zeus, rispettando la sua decisione, le concesse l’onore di essere adorata in tutti luoghi  degli umani e nei templi divini, e di ricevere la prima porzione di ogni sacrificio fatto dagli uomini.

Non abitò mail l’Olimpo, non protestò quando Dioniso crebbe di importanza sostituendola nella cerchia dei 12, e non si coinvolse nei conflitti e nelle guerre che tanta parte avevano nella vita delle altre divinità greche.

Tuttavia era tenuta in grande onore.

Nella vita quotidiana degli antichi greci, Estia era al centro delle cure domestiche.

Il suo focolare era  il punto focale della casa e la prima azione in una nuova casa era accendere un fuoco  che rappresentava Estia stessa e dava avvio alla nuova comunità.

Presenza collettiva

Ogni città aveva un braciere pubblico a lei dedicato dove bruciava un fuoco sacro. Il fuoco era tenuto acceso costantemente e se si spegneva, era considerato un cattivo presagio.

La sua presenza sentita in ogni luogo, la rese una delle divinità più onorate del mondo greco.

La sua breve mitologia è riferita in tre inni omerici, in cui viene descritta come venerabile Vergine e come una delle tre dee che Afrodite non riesce a sottomettere.

Fu Afrodite, infatti, che fece in modo che Poseidone e Apollo si innamorassero di lei , il suo rifiuto indusse Zeus ad accordarle il privilegio dell’onorabilità su tutta la terra.

Rituali e culto

Ricostruzione tempio di Estia a Roma

L’importanza di Estia non risiede in gesta e miti eroici, bensì nei rituali che riguardano il fuoco.

Perché una casa diventasse un focolare era necessaria la sua presenza.

Quando una coppia si sposava, la madre della sposa accendeva una torcia dal proprio braciere e la portava agli sposi affinché accendessero il loro per la prima volta.

Alla nascita, ogni neonato veniva fatto girare intorno al focolare come simbolo della sua ammissione alla famiglia.

Allo stesso modo ogni città-stato greca aveva il fuoco di Estia nell’edificio principale e ogni volta si fondava una nuova comunità, veniva portato il fuoco dalla città di origine per accenderlo nella nuova città.

La dea con suo fuoco sovraintendeva l’ interdipendenza, la coscienza condivisa, l’identità comune.

Le Vestali

Il fuoco sacro veniva custodito dalle Vestali, fanciulle consacrate alla dea col capo rasato e una identica veste. Qualunque cosa le distinguesse l’una dall’altra veniva eliminato.

Erano onorate e vivevano isolate come la dea e se venivano meno alla verginità le conseguenze erano atroci poiché l’avevano profanata.

La punizione di una Vestale era essere sepolta viva in una stanza priva di aria con una lucerna, olio, cibo con una striscia livellata sopra di lei, come non ci fosse niente.

La vestale cessava così di impersonare la dea come se la fiamma sacra fosse spenta, gettandovi sopra della terra come si fa coi bracieri.

L’accoppiata con Ermes

Estia compariva spesso insieme a Ermes, messaggero degli dei, astuto e solare protettore dei viaggiatori.

Nelle case il focolare rotondo di Estia era posto al centro, mentre la erma, pietra fallica sacra al dio, adornava le porte portando fertilità e tenendo lontano il male.

L’una custodiva il luogo sacro dove la famiglia si riuniva, l’altro offriva forza e protezione nel mondo.

Uniti dal fuoco sacro, Ermes era lo spirito alchemico, un fuoco considerato fonte di conoscenza mistica.

Il pilastro e l’anello circolare sono diventati rispettivamente il simbolo del principio maschile e femminile.

Estia e Ermes rappresentano insieme l’idea archetipica dello Spirito e dell’Anima. Ermes è lo Spirito che accende l’anima.

L’archetipo di Estia

Centro sacro della vita quotidiana, Estia è una archetipo che conferisce purezza e completezza.

Il focus sul mondo interiore

Estia è la maggiore delle tre dee vergini. A differenza di Artemide e Atena non si avventurò mai per il mondo ma rimase vicina al suo focolare.

Se infatti, queste ultime avevano una coscienza focalizzata sul mondo esterno, la particolarità di Estia è che il focus è potentemente rivolto al mondo interiore.

La sua è una coscienza altamente percettiva e intuitiva, capace di mettere in contatto profondo con i valori, il significato personale, il mondo più elevato del senso della vita.

L’introversione della Dea può farla sentire emotivamente distaccata, ma momenti di distacco sono propri di tutte e tre le dee vergini, in aggiunta alla tendenza a ritirarsi dalla compagnia altrui e ad essere una in se stessa.

La custode del focolare

Quando una donna ama la case e considera occuparsene una attività significativa, l’archetipo Estia sta facendo capolino.

La casa diventa un mezzo con cui la donna mette ordine nel proprio sé, vive una armonia interiore che equivale a una meditazione.

Trae una pace profonda nell’occuparsi dei luoghi domestici, trovandosi dentro il proprio Kairos.

La custode del Tempio

L’archetipo di Estia fiorisce là dove si coltiva il silenzio, tra gli ordini contemplativi dell’occidente o dell’oriente.

Vestali e monache hanno in comune questo modello archetipico: giovani donne che rinunciano alla precedente identità, praticano castità, altruismo e mettono in primo piano discipline di sviluppo interiore come meditazione e preghiera.

Subito dopo segue, per loro, la cura della comunità e del tempio svolta nel convincimento che sia una forma di adorazione.

Estia compare anche nelle donne che non anno scelto una vita ascetica nei momenti di preparazione delle grandi feste rituali delle religioni.

La portatrice di saggezza

Nell’albero genealogico del Pantheon, Estia aveva la posizione di un’anziana onorata che si teneva al di fuori di intrighi e rivalità. Per questo, spesso, per le donne Estia le cose che accadono non hanno lo stesso impatto che sugli altri.

L’archetipo di Estia pratica naturalmente la via del non attaccamento al potere o al prestigio, possedendo una libertà interiore circondata dalla grazia di avere un senso della vita.

Quando la Dea Estia condivideva con altre divinità i templi, forniva agli obbiettivi di questi ultimi una dimensione di saggezza, mitigando così gli eccessi di tutti gli archetipi.

Le donne Estia hanno spesso in comune con la dea la caratteristica di essere persone silenziose, non invadenti, la cui presenza crea un’atmosfera di calore e dà un senso di pace.

Il sé: Illuminazione spirituale e senso della vita

Estia è l’archetipo della concentrazione sul mondo interiore, il centro di gravità che da senso all’attività e permette alla donna di rimanere salda in mezzo al caos della vita.

Lo stesso focolare rotondo è un simbolo junghiano del sé, un mandala che rappresenta il rapporto di unità che collega l’essenza a ciò che è fuori di noi.

Metaforicamente il braciere della dea rappresenta l’unione con la fonte interna di luce e calore, la dea e il suo fuoco erano la stessa cosa e univa le famiglie e le comunità,

Un anello di congiunzione spirituale che permette la concentrazione su questa dimensione della vita.

La dimensione meditativa

Attivare Estia significa darsi il tempo per essere nel flusso delle cose.

Che scegliamo di farlo prendendoci il tempo per riordinare un armadio, sfogliare un vecchio album di fotografie, scrivere poesie o dedicando tempo alla meditazione, attiviamo e rinforziamo quell’archetipo introverso di pace e completezza che ci connette alla dea.

Il lavoro

I posti di lavoro competitivi non sono appaganti per Estia che non desidera riconoscimenti o potere.

Spesso sceglie lavori tradizionalmente femminili e eccelle negli impieghi in cui è richiesta pazienza come la fotografa o la maestra d’asilo.

In ufficio lavora con costanza e lealtà ed è sempre apprezzata per l’ordine che crea intorno a sè senza sforzo.

Il rapporto con le donne

La donna Estia ha spesso delle care amiche che la considerano un rifugio.

Rimane lontana dai pettegolezzi e dalle discussioni intellettuali o politiche ma è un‘ottima ascoltatrice, ha un animo comprensivo e attento qualunque sia il tumulto che l’amica le porta.

Il rapporto con gli uomini

Estia attira uomini che cercano una compagna silenziosa e autosuffciente.

Spesso costoro si vedono nel ruolo tradizionale del capo famiglia.

Non attrae, invece, coloro che cercano donne sexy, che facciano loro da madre, che siano muse ispiratrici o compagne professionali.

Spesso attrae gli uomini che considerano la donna “santa o puttana” e hanno un interesse relativo per il sesso, avendo idealizzato una sorta di purezza femminile.

La combinazione Estia con l’uomo d’affari funziona molto bene perchè hanno due ambiti di interesse diversi.

Estia è contenta di poter decidere tutto ciò che riguarda la gestione del menage in modo indipendente e apprezza la sicurezza economica che lui le garantisce.

Un marito Ermes sempre effervescente è un compagno ideale.

Egli non aprezza una moglie Era o Atenea mentre ama la presenza di una Estia silenziosa e centrale, Estia, dal canto sua, può grestire senza intoppi la propria indipendenza.

Sessualità e matrimonio

La donna Estia corrisponde un po’ all’idea della buona moglie, ama infatti molto rendere la casa un posto accogliente, è fedele e poco critica.

A differenza della donna con archetipo Era, però, conserva la propria autonomia interna, sentendosi emotivamente realizzata, indipendentemente dal partner.

La sessualità non è per lei molto importante, nel senso che non la cerca come fondamentale per sè, ma gode del sesso quando le capita di farlo.

La considera un’esperienza soddisfacente e calda.

Spesso i compagni o le compagne di una donna Estia descrivono la sessualità con la partner come un “tornare in un luogo sicuro”.

I figli

La madre Estia si occupa dei figli con una attenzione tenera e accogliente, anche se, quando si chiude in se stessa, può risultare un po’ ditaccata.

Non è una madre che ha per i figli ambizioni, piuttosto si prende cura di loro in modo naturale.

I figli di una Estia non hanno bisogno di tagliare il cordone ombelicale o ribellarsi.

Ma quando si tratta di aiutarli ad affrontare delicati questioni di rapporti sociali, situazioni competitive o decisioni di carriera non è di aiuto.

Le età psicologiche

La donna Estia crea una atmosfera di calore e un senso di pace.

Estia bambina

Da bambina Estia assomigli a Persefone, entrambe sono piacevoli e docili, prive di prepotenza.

La diferenza sta nel fatto che Persefone prende l’imbeccata dagli altri e desidera piacere, mente Estia gioca contenta senza prendere direttive.

E’ silenziosa e autosuffciente e cerca spesso conforto nella solitudine, emana un’anima antica che parla di saggezza e attrae anche se lei fa ben poco per attirare l’attenzione.

A volte bisogna sollecitarla a uscire ed ad avere rapporti sociali.

Il rapporto con i genitori

Estia era la primogenita di Rea e Crono, la prima ad essere inghiottita dal padre e l’ultima ad essere rigurgitata, perciò è rimasta prigioniera nelle viscere buie più a lungo di tutti i suoi fratelli.

Non ebbe una infazia felice con un padre tanto tirannico e una madre debole che non faceva nulla per sottrarre i figli al  suo potere.

Molte donne Estia hanno la stessa storia, vissute in famiglie dove i bisogni dei figli vengono sottovalutati, costrette a chiudersi in se stesse per tutta l’infanzia.

In questi ambienti, le ragazze Demetra emulano il vissuto materno mentre quelle Era era cercano un partner appena possono per sfuggire alla situazione, una donna Estia si ritira, invece, emotivamente, volgendosi al suo mondo interno, evitando di farsi notare e diventanto quasi priva di immagine come la dea.

Le Estia cresciute, invece, in famiglie non disfunzionali, spesso non manifestano le caratteristiche estiane.

Più che da attegiamenti esteriori, possiamo riconoscerle attraverso l’equilibro emotivo e l’indipendenza che dà l’essere rivolte al mondo interno.

Adolescenza e maturità

L’adolescente Estia non si lascia toccare dai drammi sociali, dalla vulubilità e dalle passioni adolescenziali. Non prende parte agli intrighi tra coetane e questo può isolarla socialmente.

Gli amici ne apprezzano il calore silenzioso e la fermezza, anche se il fatto che non prenda posizione nelle controversie può esasperare un po’.

Per una Estia l’adolescenza può essere un momento di approfondimento per le proprie convinzioni spirituali o religiose.

Quando è attratta da una vita ascetica, in un convento o in un ashram, in famiglia possono sorgere conflitti o allarmi; a torto i genitori pensano di poter far cambiare idea alla propria figlia Estia, perchè ella seguirà ciò che le interessa.

La mezza età

Nella mezza età una donna Estia ha solitamente una vita stabile. Se è sposata o nubile è comunque felice e priva di rimpianti.

A volte la mezza età è il momento in cui decide di entrare in convento o in ashram, o comunque di implementare il suo mondo spirituale per dedicarvisi in maniera totale.

Questo passaggio per lei è naturale, un approfondimento del suo cammino.

Chi le è vicino può rimanere, invece, stupìto perchè la taciturna Estia non esplicita a parole questa sua dimensione.

La vecchiaia

C’è sempre qualcosa di antico e saggio in una donna Estia.

Ella invecchia con grazia, è capace di vivere da sola e spesso è un riferimento per altri membri della famiglia.

Non soffre del nido vuoto e affronta la vedovanza con sentimenti che non si traducono in depressione.

Non è tuttavia tagliata per gli affari e questo può mandare in crisi la sua condizione economica se si trova a dover gestire le cose materiali senza aiuto.

Vive gli ultimi anni senza rimpianti o paura della morte.

Difficoltà psicologiche

Vivere come Estia significa cancellazione e anonimato, significa essere una non-entità che, tuttavia, occupa una posizione centrale.

Le pricipali difficoltà sono in realzione a ciò che mancava alla dea: le mancava una immagine o una Persona.

Il prototipo di donna Estia se si sente scontenta non reagisce.

Il lavoro domestico che per lei è fonte di ordine interiore perde significato se viene immediatamente distrutto dai figli o dal partner, Estia può spegnersi quando il suo impegno le appare privo di senso e inutile.

Silenziosità dei sentimenti

Estia manifesta il suo interessamento agli altri in modo indiretto, attraverso le premure, e poichè non dimostra palesemente il suo sentire, esso può essere ignorato da chi le sta intorno.

Così la solitudine che lei apprezza può diventare abbandono.

Chi è amato da una Estia non lo saprà esplicitamente, il calore di questa donna ha un carattere impersonale, e se lei non riesce ad esprimerlo a parole, può anche non indirizzarsi apertamente alle persone che ama.

Svalutazione

Un tempo in convento o in ahram esistevano luoghi sicuri dove lo spirito di Estia poteva fiorire, in mezzo a una società competitiva moderna questa donna può sentirsi come una tartaruga senza guscio.

Per natura non è compagnona o arrampicatrice, non è mossa dall’impegno politico, non è ambiziosa, per questo è una figura che può essere svalutata e ingnorata.

La svalutazione ha un effetti negativi sull’autostima di Estia, che quando cerca di adottare i criteri degli altri può sentirsi incapace e confusa.

Il pericolo di Apollo e Poseidone

Mitologicamente Apollo e Poseidone furono gli dei che cercarono di portare Estia fuori dal suo centro. Estia rappresenta, infatti, il Sè, il centro spirituale della personalità femminile.

Questa dimensione può venire meno se ella cede ad Apollo (Dio con primato della logica e della ragione), che può indurre Estia a sottoporre a indigine intellettuale quella esperienza interna che vive in modo intuitivo, infirmando o svalutando così la sua naturalità attraverso lo scetticismo.

Se, invece, viene rapita da Poseidone, Estia può essere invasa da sentimenti oceanici o contenuti emergenti dall’inconscio, rischiando di spegnere temporaneamente il fuoco che arde dentro di lei.

In questi casi, una donna Estia ha bisogno di ritrovare la propria solitudine, riscoprendo la via del ritorno al centro.

Modi per crescere

Nella psicologia Junghiana, la Persona è la maschera di adattamento sociale che ognuno presenta a mondo.

La donna Estia è  indifferente ai problemi che attengona alla Persona, tuttavia, in una cultura competitiva deve sottoporsi a delle prove.

Una strada è quella di costruirsi consapevolmente una Persona, non di andare allo sbaraglio provocando la sensazione, spesso, di sentirsi inadeguata.

Occorre che si faccia un quadro chiaro di cosa ci si aspetta da lei nelle situazioni e deve essere disposta a provare un certo numero di Persone, fino a scoprire lo stile che le è più naturale, una volta che lo abbia indossato abbastanza a lungo.

Un altro lavoro importante è sulla capacità di proprorsi in maniera affermativa, introducendo aspetti attivi.

Può coltivare modelli di coportamenti estroversi integrando Atena o Artemide, o prendersi cura del proprio Animus.

A volte la donna Estia ha un Animus Ermes che può farle da intermediario, un aspetto maschile che può utilizzare per le sue avventure nel mondo.

NB. Se ti interessa conoscere anche la visione moderna, Junghiana e psicologica dei Tarocchi ti propongo il mio studio: La Psicologia dei Tarocchi. Libro e Arcani

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About the author

Laura Valli

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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By Laura Valli

Sull’autore

Laura Valli, classe ’67 e una una laurea in lettere e filosofia, compie ricerche nel mondo psico-simbolico e teologico fin dai tempi del liceo classico.
Studia counselling ad indirizzo analitico transazionale presso Terre Nuove a Milano ed è iscritta a Geocounselling.

La scoperta del filo inestricabile tra inconscio personale e collettivo l'ha spinta, infatti, a formarsi in ambito psicologico, con una visione verticale, integrando elementi psicosintetici e il mondo immaginale di simboli e di archetipi nato da Jung e Hilmann.

Partendo dai tarocchi intesi come immagini archetipiche, oggi fa della cards therapy uno strumento portante del suo counseling terapeutico., insieme alle tecniche acquisite nella sua preparazione in analisi transazionale.

Tiene corsi di tarologia archetipica e scrive saggi su carte e psiche per Anima Edizioni.

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